Il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) ha riaperto i termini per la presentazione delle istanze di integrazione degli indennizzi forfettari dei sottoscrittori di obbligazioni subodinate delle quattro banche in default (Banca Marche, Etruria, Carife e CariChieti).
C’è dunque tempo fino al 30 novembre per presentare domanda di integrazione del 15% per gli obbligazionisti che già hanno ottenuto l’indennizzo dell’80% previsto dalla Legge n. 145/2018 (Legge di Bilancio 2019).
Nel frattempo, il Fondo Indennizzo Risparmiatori (FIR) tace. Nulla su riaperture dei termini nonostante l’ormai noto divario fra il numero gli aventi diritto e quello di chi ha presentato domanda tramite portale Consap entro il 18 giugno scorso, ma soprattutto ancora nessun pagamento ai truffati. E questo nonostante fosse stato garantito – ed è la nostra richiesta principale come Adiconsum Emilia Romagna – l’avvio della liquidazione prioritaria dei risparmiatori aventi diritto ad un indennizzo forfettario di importo non superiore ai 50.000 euro, vista anche l’emergenza Covid-19 e le straordinarie conseguenze anche economiche della stessa.
Al momento sul sito web dedicato si legge soltanto che sono ancora in corso le verifiche istruttorie delle domande già acquisite e gli invii agli utenti di eventuali richieste di integrazione agli indirizzi email indicati in fase di registrazione e compilazione. Si specifica inoltre che l’unico canale valido per presentare le integrazioni resta il portale FIR e che decorso il termine di 60 giorni dall’invio dell’email di notifica, la domanda di indennizzo sarà sottoposta alla Commissione Tecnica del FIR per la relativa definizione istruttoria, sulla base dei dati e/o documenti acquisiti agli atti. Se si è in questa situazione, insomma, attenzione che questa comunicazione non finisca nello spam della casella di posta: all’attesa che doveva esser breve – e invece non lo è stata – potrebbe aggiungersi la beffa.
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